A oltre nove mesi dal crollo della banchina di Via del Calendone, apprendiamo da Merateonline che a partire dal prossimo mercoledì 23 settembre la strada verrà chiusa per tre giorni.
La chiusura è necessaria per “eseguire indagini geognostiche e quantificare così i lavori da eseguire per il ripristino dello stato dei luoghi“.
Non c’è male! Finalmente dopo nove mesi di semaforo provvisorio e di viabilità precaria, avremo delle stime. Andando di questo passo, per il ripristino della sede stradale non c’è da attendersi tempi brevi.
Abbiamo inviato una mail all’Ufficio Tecnico del Comune chiedendo se sia possibile, durante quei tre giorni, limitare il traffico su Via Pianezzo ai soli residenti o -meglio ancora- chiudere completamente la Via Pianezzo al traffico, permettendo l’ingresso alla frazione soltanto da Pagnano.
La richiesta è motivata dal timore di vedere invasa la nostra frazione dal traffico che scorre normalmente attraverso Via del Calendone, con conseguenti rischi per la quiete, ma soprattutto per la sicurezza. Su Via del Calendone, specialmente durante le ore di punta, il traffico è intenso e non può essere assorbito da Via Pianezzo, considerato che transitano anche mezzi pesanti.
L’ipotesi che mezzi pesanti finiscano, magari per errore, su via Pianezzo non è teorica. Già lo scorso inverno un semiarticolato finì per incastrarsi all’imbocco di Via Bagaggera, riuscì chissà come a compiere la svolta tra Via Pianezzo e Via Bagaggera (probabilmente travolgendo il già deturpato sagrato della chiesetta di S.Michele) e lì si fermò, alle due di notte, senza sapere come procedere.
Nella mail inviata al comune ricordiamo all’amministrazione che dall’inizio dello scorso mese di luglio chiediamo all’assessore Romagnano un incontro di allineamento sul rischio alluvioni, e che fino ad ora non abbiamo avuto risposta alle nostre richieste.
Diversamente dall’estate scorsa, quest’anno siamo stati beneficiati da una stagione clemente, ma contare sulla buona sorte quasi mai è una strategia che paga. I dissesti climatici non sono fantasie, e per averne conferma bastano le cronache drammatiche degli ultimi giorni dal Piacentino e dalla Liguria.
Per questa ragione la messa in sicureza dell’alveo del Calendone dovrebbe essere una priorità per il nostro territorio.
Quando il Comune ha ascoltato i nostri allarmi e ha compiuto interventi correttivi i risultati hanno portato benefici concreti e immediati, adesso una strada gravemente dissestata da nove mesi non può essere ulteriormente trascurata.
Tre giorni per le prospezioni sono molti e rappresentano un disagio per gli abitanti di Pianezzo e per tutti coloro che utilizzano Via del Calendone per i normali spostamenti di lavoro, ma ciò che è grave è che quelle valutazioni arrivano con un ritardo allarmante in un momento inopportuno, nel pieno della ripresa delle attività lavorative dopo il periodo estivo e alla vigilia della stagione priovosa.
L’appello alle amministrazioni è: “Non sfidiamo la sorte – intervenite con la massima tempestività”.