Pianezzo è in una posizione estremamente delicata e a ricordarcelo ci sono le frequenti mini-alluvioni sui cui danni effettivi e potenziali la Gente di Pianezzo non trascura di sensibilizzare enti e politici locali.
Un filo di speranza ci incoraggia quando vediamo un impegno concreto nella salvaguardia dell’ambiente. Lo scorso lunedì abbiamo dato notizia di un intervento dell’ Ente Parco del Curone per il ripristino di una roggia che faciliterà lo smaltimento delle acque nella nostra frazione. Ieri da Merate on line abbiamo appreso che lo stesso Ente ha intrapreso un ambizioso progetto da 233.000 Euro per la riqualificazione delle zone umide nel territorio del Parco.
Il progetto, finanziato dall’Ente Parco, dalla Fondazione Cariplo e dall’Università Milano Bicocca riguarderà anche località a noi molto vicine, in località Fornace e in località Calendone.
Nel nostro articolo “La terra non perdona” avevamo illustrato, anche con l’ausilio di materiale cartografico tratto dal libro di Virginio Riva, come l’area tra “la Sbianca” e Calco una volta fosse un lago e come la costruzione de “la Sbianca” sia avvenuta interrando iò fosso Celendone nel quale fino al dopoguerra i ragazzi di Pianezzo pescavano e facevano il bagno.
Con il piano, rientrante nella “Connessione ecologica 2014” della Fondazione Cariplo, verrà regolata la vegetazione e verranno intraprese opere di “recupero degli ambienti umidi: stagni, torrenti, fontanili o boschi e prati in prossimità dei corsi d’acqua”.
Questo va al di là della normale manutenzione, qui si parla di un vero e proprio recupero del territorio e della sua morfologia, del ripristino di una situazione di equilibrio naturale che in tempi brevi può dare risultati tangibili.
E’ quello che la Gente di Pianezzo ha chiesto e sta chiedendo ed è un sollievo, dopo tanti anni, invece di scrivere mail arrabbiate, riuscire a ringraziare chi amministra con i nostri soldi il territorio in cui viviamo e per ben tre volte di seguito scrivere notizie positive.
Avanti così!